Guida all'acquisto autoclavi

Cosa significa sterilizzazione

La sterilizzazione è quel processo che consente l’eliminazione di tutti i microrganismi viventi presenti su oggetti precedentementi usati e puliti. 

Comunemente la sterilizzazione avviene con l’ausilio delle Autoclavi, strumenti che consentono tale processo garantendo la protezione di pazienti e operatori dalle possibili contaminazioni. L’autoclave è infatti costituita da un contenitore in acciaio, dotato di uno sportello che assicura una chiusura ermetica.  E con l'ausilio di sterilizzatrici che invece sono strumenti che consentono la sterilizzazione senza l'utilizzo del vapore. 

Le autoclavi devono soddisfare gli standard di bio-sicurezza imposti dalle normative in vigore, a partire dalle linee guida del Decreto legislativo n 81 del 2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) che definiscono le autoclavi come apparecchiature che consentono di porre sotto pressione il vapore e impongono che esse debbano rispondere ai requisiti della norma UNI EN 13060, in cui sono indicate anche le prove da effettuare per assicurarne le prestazioni.

 

Chi utilizza le autoclavi ?

  • medici

  • chirurghi

  • podologi

  • estetiste

  • parrucchieri

  • tatuatori

 

Cosa sterilizzare?

  • materiale sanitario

  • strumenti chirurgici

  • attrezzi dentista

  • strumenti estetista

  • strumenti podologia

  • strumenti parrucchieri

  • strumenti tatuatori

 

Distinzione materiali da sterilizzare:

  • Materiali ferrosi e solidi 

Strumenti senza cavità che possono essere sottoposti a sterilizzazione. Senza cavità e senza ostacoli per la penetrazione del vapore. 

 

  • Corpi porosi 

Prodotti tessili, in gomma, cioè tutti quei materiali semplici o composti che possono assorbire i fluidi ( garze medicazioni..)

  • Corpi cavi 

I corpi cavi sono materiali o dispositivi con cavità, ostruzioni, ecc. Questi vengono suddivisi in due tipologie definite attraverso una precisa descrizione di rapporto fra lunghezza e diametro: 

Tipo B: cannule e tubi con passaggi considerevoli;

 

Tipo A: dispositivi con fori ciechi o di piccole dimensioni (manipoli e turbine)

 





Metodi di sterilizzazione

A Caldo

 

  1. A vapore: è quella più utilizzata. In questo caso la sterilizzazione avviene in un recipiente ermetico nel quale viene iniettato vapore acqueo sotto pressione umidità del 100%. Il vapore acqueo proveniente da una caldaia viene spinto nell’autoclave da una pompa e raggiunge l’oggetto da sterilizzare attraverso appositi condotti. L’aria, inizialmente contenuta nell’autoclave viene fatta uscire fino a che nel suo interno rimane unicamente vapore acqueo sotto pressione ( può raggiungere pressioni fino a 3 atm.). Tutte le forme di batteri, muffe, lieviti muoiono dopo soli pochi secondi di esposizione a 100°C, mentre le spore più resistenti, muoiono a circa 115°C in 15 minuti, (normalmente una buona sterilizzazione viene protratta per cicli di circa 20 minuti).  Il suo meccanismo può essere paragonato alle comuni pentole a pressione. Si tratta del metodo  più comunemente utilizzato per sterilizzare i dispositivi medici resistenti al calore. È affidabile, economico e non è inquinante. Elimina i microrganismi mediante denaturazione di loro proteine e altre molecole.

  2. A calore secco: in questo caso si utilizza aria secca o calda a pressione ambiente. La temperatura aumenta grazie ad un forno ermetico. Questo metodo è meno utilizzato in quanto nel calore secco i batteri possono entrare in sporulazione e in più data la necessità di raggiungere elevate temperature, il processo potrebbe danneggiare il materiale da sterilizzare.

 

A Gas

 

  1. Con ossido di etilene: l’ossido di etilene è un agente che danneggia il dna dei microrganismi. Questo metodo è indicato per sterilizzare materiali sensibili al vapore e al calore in quanto non necessita di alte temperature. Utilizzato per sterilizzare cateteri, stent, alcune apparecchiature elettroniche, cerotti e garze per la medicazione di ferite, ecc.

  2. Con formaldeide: simile al metodo con ossido di etilene, ma la differenza è che la formaldeide non genera residui tossici e non comporta rischio di esplosione

  3. A plasma o con perossido di idrogeno: qui il perossido di idrogeno viene eccitato grazie ad un campo elettromagnetico affinché si formino dei radicali liberi di ossigeno dall’alto potere sterilizzante. Questo processo viene eseguito a bassa temperatura ed è quindi indicato anche per i materiali termosensibili, come materiali plastici, nonché per alcuni dispositivi ottici, come ad esempio i fibroscopi, componenti elettroniche e strumenti molto delicati (microchirurgia). Il vantaggio è dovuto al fatto che si può preservare la sterilità fino a 12 mesi. Il gas plasma assolutamente non tossico (genera solo acqua e ossigeno), può essere utilizzato praticamente su ogni materiale, tranne alcune stoffe e composti in grado di assorbire il perossido.

 

A Irraggiamento

 

  1. A raggi ultravioletti: metodo che sfrutta sensibilità dei microrganismi alla bassa lunghezza d’onda delle radiazione ultraviolette. Utilizzato per sterilizzare piani di lavoro, la conservazione degli alimenti e la purificazione dell’aria o dell’acqua. 

  2. A infrarossi: i raggi infrarossi vengono assorbiti dal prodotto, nel quale generano un innalzamento della temperatura a una profondità limitata e proporzionale alla lunghezza d’onda. Metodo utilizzato nell’industria alimentare

 

La modalità maggiormente utilizzata è quella a vapore e si ottiene tramite Autoclave

 

Vantaggi sterilizzazione a vapore

  • Rapidità del processo 

  • Efficacia del processo 

  • Facilità ed efficacia dei controlli 

  • Non tossico 

  • Economico 



Classi di autoclavi

 

Esistono tre differenti tipologie di classi di autoclave: autoclavi di classe N, autoclavi di classe B e autoclavi di classe S. Ciascuna famiglia di autoclavi ha diverse caratteristiche tecniche e possono essere utilizzate per la sterilizzazione in diversi e specifici ambiti.

 

Classe N: le autoclavi di classe N si caratterizzano per le loro dimensioni ridotte e si utilizzano per la sterilizzazione di prodotti con struttura solida non imballati. La lettera N infatti sta per naked solid product e indica i prodotti sciolti solidi. Secondo la norma europea EN 13060, dal 2004 può essere utilizzato solo come unità ausiliaria. Tali autoclavi, dunque, non consentono di sterilizzare materiali tessili, carichi porosi o corpi cavi ma, nemmeno prodotti imbustati, in quanto le caratteristiche del ciclo non permettono di superare specifici test dal punto di vista fisico. Un’altra potenziale debolezza di questi strumenti va individuata nel fatto che la corretta penetrazione del vapore non è garantita: essa, infatti, dipende, tra l’altro, dalla presenza di vuoto iniziale, che non è richiesto in tali macchine.

Questo tipo di autoclave è utilizzato principalmente nei centri estetici, parrucchieri, tatuatori...

  

Classe B: le autoclavi di classe B sono caratterizzate dal fatto di avere dimensioni contenute  ma prestazioni elevate. La lettera B sta infatti per big small sterilizers, cioè sterilizzatrici “piccole” ma “grandi”. Questa tipologia di autoclave pur avendo dimensioni ridotte, può essere utilizzata per la sterilizzazione di qualsiasi tipo di strumento: materiali solidi, porosi, corpi cavi, di tipo A e B, imbustati e non, i carichi tessili. La classe B è in grado di sterilizzare tutti i tipi di carichi, inoltre è dotata di pompa del vuoto integrata e funziona con un sistema di “vuoto frazionato”. In breve, l’autoclave, prima di dare inizio alla fase di sterilizzazione, compie tre cicli di svuotamento e riempimento della camera. In tal modo riesce ad estrarre le bolle d’aria anche dalle piccole cavità o porosità degli strumenti, permettendo al vapore di entrare in contatto con tutta la superficie interna ed esterna del dispositivo e di sterilizzarlo perfettamente. La normativa di riferimento per queste attrezzature è la EN 13060, dedicata esplicitamente alle piccole sterilizzatrici a vapore (cioè a quelle che dispongono di una camera di sterilizzazione la cui dimensione è inferiore all’unità di sterilizzazione). In essa viene indicata, tra l’altro, la diversificazione dei cicli di sterilizzazione, che si distinguono in base alle caratteristiche del materiale da trattare ( carichi solidi, carichi solidi con vacui vuoti di tipo A e carichi solidi con vacui vuoti di tipo B). Date le caratteristiche di questa classe e i livelli di efficienza e sicurezza previsti dalla normativa, un’autoclave di classe B è pertanto utilizzata principalmente per i dispositivi medici.

Classe S: con questa classe si indicano tutte le altre tipologie di autoclavi, ossia quelle che non rientrano né nella classe N nè nella classe B. Pertanto le loro prestazioni e caratteristiche sono indicate dal produttore e non sono definite da alcuna norma La classe S consente la sterilizzazione di strumenti monocomponenti, multistrato e più massicci, che non possono essere sterilizzati in autoclavi di classe N. Le autoclavi di questa classe dispongono di una pompa per il vuoto che consente di rimuovere completamente l’aria della camera prima di iniziare il processo di sterilizzazione. Tuttavia qui viene utilizzato solo un pre-vuoto a stadio singolo che è meno efficace del vuoto utilizzato nelle autoclavi di classe B.





Cosa considerare per la giusta scelta della tua autoclave

 

-Tipo di materiale da sterilizzare e in base ad esso scegliere la classe di autoclave adatta

  • classe B

  • classe N

  • classe S

 

-Capacità autoclave

  • Quantità di dispositivi da sterilizzare quotidianamente

  • Fasi pre e post trattamento

Maggiore è la capacità dell’autoclave, maggiore è il numero di strumenti che si possono sterilizzare. Il Prezzo è proporzionale alla capacità, pertanto in base alle esigenze che si hanno si scegli l’autoclave giusto, infatti non è necessario acquistare un autoclave con una capacità molto superiore a quella di cui abbiamo realmente bisogno. Questo ci farà risparmiare denaro per l'acquisto dell'autoclave e per il suo uso quotidiano. Inoltre, è spesso più comodo avere due autoclavi più piccole che una più grande, poiché in questo modo possiamo eseguire due cicli di sterilizzazione simultanei.

 

-Ingombro

  • Sterilizzatori da banco: compatti, di dimensioni ridotte

  • Sterilizzatori autoportanti: più ingombranti



-Durata ciclo di sterilizzazione

  • autoclavi a ciclo rapido: più veloci ma un po’ più costose

  • autoclavi a ciclo più lento

 

-Modalità di accesso alla camera da sterilizzare: 

 

  • Sterilizzatori da banco: accesso dalla parte superiore

  • sterilizzatori orizzontali: accesso attraverso apertura parte anteriore

 

-Accessori

  • Alcune autoclavi includono già gli accessori es: stampanti, vassoi, cartucce di ricambio filtro acqua, tubo per scarico acqua

  • Per altre tipologie è necessario acquistarle a parte



GUIDA ALL’INSTALLAZIONE E ALL’UTILIZZO

 

INSTALLAZIONE

Per una corretta installazione delle autoclavi è necessario predisporre in maniera adeguata i locali e provvedere ad effettuare una buona formazione del personale addetto al loro utilizzo.



COME ORGANIZZARE I LOCALI

 

  1. Come prima cosa è necessario che il locale sia organizzato in moda tale da consentire il rispetto delle norme di igiene. Devono quindi essere presenti apposite attrezzature per consentire al personale di lavarsi spesso le mani e cambiarsi

  2. Bisogna disporre i locali in maniera logica, ossia in modo da non confondere il materiale sterilizzato con quello non sterilizzato

  3. é necessario che tutte le superfici e piani di lavoro  in cui verrà installata l’autoclave siano lisce, impermeabili e senza fessure nè cavità, al fine di ridurre accumulo microrganismi e batteri

  4. é importante una periodica manutenzione dei locali i quali devono consentire un uso frequente dei prodotti di pulizia e disinfezione

  5. Devono essere predisposti dei sistemi che impediscano l’accesso ai locali da parte di animali 

 

PREDISPOSIZIONE PRESE ARIA E ACQUA

  1. le prese d’aria devono essere a norma e dotate di sistema di trattamento dell’aria e di appositi filtri

  2. Le prese di acqua devono fornire erogare acqua potabile di cui ne verrà controllata periodicamente la qualità.

 

PERSONALE PREDISPOSTO ALL’UTILIZZO

Coloro che sono predisposti all’utilizzo delle autoclavi devono seguire una formazione continua. In particolare si deve garantire corretta igiene e sicurezza, facendo rispettare tutte le regole di vestizione e circolazione all’interno dei locali

 

Fasi per l'utilizzo

  1. RACCOLTA

Recuperare rapidamente tutto il materiale da sterilizzare e sistemarlo in un contenitore metallico o plastico autoclavabile (se si deve trasportare utilizzare un contenitore con chiusura ermetica). Materiale e contenitore devono essere appoggiati solo sull’area di trattamento del materiale contaminato.

  1. DECONTAMINAZIONE

-riporre il materiale in contenitori autoclavabili con griglia interna e coperchio

-pulirli con apposito disinfettante seguendo le istruzioni d’uso per la diluizione, tempo di contatto e tempo di conservazione della soluzione 

-immergere gli strumenti in tutte le loro parti nella soluzione

-trascorso il tempo di contatto, rimuovere griglia e sciacquare con acqua corrente

  1. LAVAGGIO

posizionare gli strumenti in vaschette con griglia contenente una soluzione detergente e mediante l’uso di appositi guanti protettivi, procedere con il lavaggio aprendo gli strumenti, smontandoli e assicurandosi che tutte le estremità e cavità siano pervie e infine separare lo strumentario dai presidi non metallici

Il lavaggio può avvenire mediante:

-lavaggio  meccanico: gli strumenti vengono posizionati sulle griglie e messi nel vano lavaferri dove verranno puliti

-lavaggio con macchina a ultrasuoni: sistema che consente di rimuovere lo sporco da fessure, interstizi e strumenti piccoli. In questo caso gli strumenti vengono aperti e smontati sulla griglia in dotazione alla macchina e messi nella vasca di lavaggio 

-lavaggio manuale: in questo caso gli strumenti vengono aperti/smontati in una soluzione detergente in un contenitore autoclavabile e lasciati immersi per almeno 10 min. Dopo si procede al lavaggio di ogni singolo strumento, facendo attenzione alle cavità, fessure e tutti i punti di difficile accesso. Si utilizzano per questo motivo spazzolini di forme idonee che successivamente dovranno essere lavati e sterilizzati. Infine tramite un sistema a pressione, schizzettoni o siringhe, si fa scorrere la soluzione detergente nel lume dei presidi cavi

  1. RISCIACQUO

Gli strumenti sottoposti a lavaggio manuale o ultrasuoni devono essere risciacquati con acqua corrente (si consiglia acqua demineralizzata) per asportare ogni traccia di detergente

  1. ASCIUGATURA

Materiale lavato viene asciugato per togliere i residui di acqua in quanto questa può compromettere il processo di sterilizzazione. Per fare ciò si introduce acqua compressa negli strumenti cavi con l’utilizzo di siringhe o schizzettoni.

  1. CONDIZIONAMENTO

Gli strumenti vanno imballati prima di essere introdotti in autoclave (nel caso di autoclavi do classe N non bisogna imballare gli strumenti)

  1. STERILIZZAZIONE

Si scegli il metodo di sterilizzazione più adatto al materiale da sterilizzare

In particolare si procede al caricamento dell’autoclave in modo tale che il vapore possa circolare liberamente e penetrare in ogni imballo. 

Il carico dell’autoclave deve essere uniformemente distribuito e non deve toccare le pareti interne. Gli articoli da sterilizzare devono essere disposti in modo tale che ogni superficie sia esposta all’agente sterilizzante per la temperatura ed il tempo previsti

Particolari strumenti quali recipienti, tubi, ecc. devono essere disposti con l’apertura verso il basso onde evitare che si raccolga l’acqua di condensa, e si formino bolle d’aria. I tubi non devono essere chiusi ai lati o piegati. I guanti di gomma devono essere disposti distesi

  1. CONTROLLO

Da effettuare prima durante e dopo la sterilizzazione

  1. CONSERVAZIONE E STOCCAGGIO

Gli strumenti sterilizzati vengono imballati, indicando su ognuno la rintracciabilità del ciclo di sterilizzazione e la data di scadenza. Ciò viene fatto attraverso l’uso di codici a barre.